Corbo: “L’incontro di De Laurentiis al Comune rientra nello stile del presidente, dichiarare guerra e trattare la pace”

Ho appena letto l’articolo d Marco Azzi su Repubblica. Completo come sempre, Marco inserisce una garbata ma sottile nota di stupore sulla stravagante comunicazione del Napoli. Ecco, non comunica. Le notizie di mercato si leggono sui siti di altri club che vendono al Napoli o rilevano suoi giocatori. Non è un bel risultato per Nicola Lombardo, giornalista con una carriera brillante, Sky penutima stazione prima di fermarsi al Napoli. Anche sull’incontro del Napoli in Comune si deve al più disinvolto Mimmo Annunziata la diffusione delle prime note. Peraltro confortanti. Che strategia è quella di nascondere ciò che è palese?
Dopo la fumosa lite sui concerti, si sono incontrati lo staff del sindaco ed un vagone di manager, ingegneri, avvocati guidato da Aurelio De Laurentiis. Non si è visto Luigi De Magistris, che ha lasciato però due messaggi in codice. Il primo è la sua stessa assenza, mostra disappunto per il tagliente comunicato del club, respinto dal suo ancora più affilato. Il secondo, la scelta della sede. Una stanza accanto alla segreteria, più spoglia, nome informale ma significativo. “Sala del tavolo di Vetro”. Un invito alla trasparenza: come dire, stavolta parliamoci chiaro.
Il Napoli ha finalmente mostrato il progetto per lo stadio. Il Comune non si fidava, ma il 24 giugno De Laurentiis l’aveva visto e rivisto nello studio Zavanella, lo stesso che realizzò l’impianto della Juve. La polemica quindi rientrava nello stile del presidente: dichiarare guerra e trattare la pace.
Con il progetto De Laurentiis apre un altro squarcio sul futuro un po’ nebuloso del Napoli. Dalla “Sala del tavolo di Vetro” fa vedere ancora ancora poco, ma di sicuro interesse. La società per l’anno delle rivincite ha:
1) la conferma di Higuain, se e vero che è fissata la proibitiva cifra di 94 milioni per chi volesse acquistarlo; 2) arriva Sarri allenatore con il regista di sua fiducia Valdifiori;  3) un buon rapporto con l’Empoli, al punto di trattare Saponara per un rilancio di mercato; 4) un direttore sportivo, Giuntoli, che fa proprio il contrario di Bigon, non appare ma già opera.
Non finisce qui la vicenda stadio. Da quello di Ponticelli al San Paolo stile Allianz se ne sono visti già tanti, purtroppo solo in plastica. Vi sono ancora molti dubbi da superare. E le notizie filtrate sono troppo confuse per essere chiare. Il Napoli investe 30 milioni per rimettere in ordine la struttura, ma non si sa attraverso qualche procedura possa diventarne proprietario, lasciando al Comune solo l’usufrutto. Interessante capire come, quando e in quali forme lo stesso Comune possa godere di questo diritto, che cade nella complessa sfera dei “diritti reali minori”. Non è precisato il tipo di eventuali attività nell’impianto, perché il piano regolatore impone in quella particella “produzioni immateriali”. Da definire infine la destinazione dei garage sotterranei che hanno ospitato in passato immigrati senzatetto e persino messe nere. Quei garage immensi possono essere strategici nei flussi di traffico da Bagnoli, Pozzuoli, tutta la zona flegrea, in generale da Ovest.
L’incontro lascia dubbi, ma solleva anche una ventata di ottimismo. Il Napoli mostra il progetto e 30 milioni, sembra voglia fare sul serio. Svolga ora anche il sindaco la sua parte: accelerare, non litigare e conciliare gli interessi privati del club con quelli pubblici del Comune. Inutile la polemica sui concerti e sulle zolle del campo. Per gli eventi di Vasco Rossi e Jovanotti i biglietti sono quasi finiti. Si dimostra che Napoli come altre metropoli ama il calcio, ma non odia la musica.

 

Fonte: Antonio Corbo per La Repubblica

Carmine Gallucci

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