Droga nelle Curve, Il Mattino: “Al San Paolo solo consumo: ecco perché non è una piazza di spaccio”

Droga nelle Curve, Il Mattino spiega cosa accade tra il tifo organizzato al San Paolo:

“In Italia il ministro dell’interno si nasconde da 20 anni, nei nostri stadi si spaccia cocaina. Tifo sano nelle curve? No! Non possono nemmeno sedersi dove hanno il loro posto, ci sono 3-400 persone che scrivono contro”. Così Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli lancia una vera e propria bomba in merito ad alcuni reati che verrebbero consumati nelle curve del San Paolo e non solo.

Parole forti quelle del patron azzurro che chiama in causa le istituzioni per aumentare i controlli tra il tifo organizzato che in alcune circostanze sfocia nella criminalità. L’edizione odierna de Il Mattino approfondisce l’argomento.

“E tuttavia sulla presenza va detto anche subito, e in premessa, che ciò che si sospetta da sempre – cioè la presenza di un fiorente spaccio di sostanze stupefacenti sugli spalti delle curve dell’impianto di Fuorigrotta – siano alla fine un po’ come il mostro di Loch Ness: tutti ne parlano, qualcuno dice di averlo visto, ma alla fine nessuno riesce a trovarlo. Non servono certo indagini sotto copertura o microspie per rendersi conto che – anche durante lo svolgimento delle partite – nelle curve c’è chi fa abbondantemente uso di droghe, soprattutto leggere.

Gli spinelli vanno e vengono nei 90 minuti di gioco. Anni fa ci fu qualche «gola profonda», all’interno delle sigle del tifo organizzato, che parlò anche di spaccio: e cioè di cessione di bustine di hashish e marijuana, ma anche di «pallini» di coca vendute peraltro a buon mercato, un po’ come avveniva nelle peggiori piazze di spaccio delle Vele di Scampia: 25 euro a dose. Eppure l’indiscrezione non è stata accompagnata mai da alcun riscontro investigativo e tanto meno giudiziario. E però è un fatto che la droga riesce a entrare tranquillamente nello stadio di Fuorigrotta. E che, spesso, costa ormai anche meno di un biglietto di curva. 

Il fenomeno della presenza di droghe in alcuni settori del tifo ultrà è ben noto: ma solo sotto forma di consumo. Questo vuol dire che ancora non si hanno riscontri su episodi di cessione di sostanze stupefacenti. C’è anche chi fa notare che organizzare una vera e propria «base di spaccio» in un settore sportivo capace di ospitare qualcosa come ventimila tifosi equivarrebbe a un suicidio: troppi rischi”.

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