Gaetano De Rosa, difensore centrale che ha collezionato anche tre presenze col Napoli, in un’intervista parla del suo rientro nel mondo del calcio.
La redazione di Forzazzurri.net ha intervistato in esclusiva Gaetano De Rosa, ex storico difensore di Bari, Reggina e Genoa, che ha iniziato la sua lunghissima carriera nelle Giovanili del Napoli.
Durante la gradevole chiacchierata De Rosa ci parla del suo ritorno nel mondo del calcio grazie alla collaborazione con la Real Casarea (clicca qui per articolo), dei suoi esordi nel Settore Giovanile del Napoli e del suo rapporto con l’allenatore Walter Mazzarri.
Buongiorno Gaetano, lei si è ritirato dal calcio giocato nel 2008, dopo otto lunghi anni di assenza è stato coinvolto in un progetto con la Scuola Calcio Real Casarea del duo Maione-Tanucci, cosa ha fatto in questo periodo e che progetti ha per il futuro?
“In questi anni sono stato totalmente fuori da questo mondo perchè era il momento di ritagliarsi uno spazio proprio, in quanto ritengo che ogni persona sia come un grande contenitore che deve essere riempito di diverse appartenenze. Non si può vivere solo di lavoro, di amore o di amicizia, così ho avuto la possibilità di stare in stand-by e l’ho fatto. C’era la voglia di mettermi in gioco in altri campi e dimostrare di poter riuscire anche in quelli, ma allo stesso tempo ho capito che non potevo placare, dopo otto anni, una voglia e una passione che covavo dentro di me. Per questo motivo ho sposato il progetto “Luglio con noi” che è nato un pò per caso grazie all’amicizia con Ciccio Troise, ora vice di Fabio Cannavaro in Cina, che mi ha portato alla conoscenza della struttura della Real Casarea (clicca qui per articolo). I due presidenti Maione e Tanucci sono stati ‘straconvincenti’ sia per l’attenzione che per la sensibilità con cui si danno da fare nel loro lavoro, nonostante avessi dei forti dubbi nello scendere in campo dopo tanto distacco. Certo una volta rotto il ghiaccio, avendo mangiato “pane e calcio” per una vita è stata un’emozione unica, oltre che una grande opportunità per cui ringrazio davvero la Real Casarea per aver pensato a me in questo ruolo. Avere a che fare ogni giorno con tecnici preparati, che si contraddistinguono per professionalità e passione, con i quali potermi confrontare quando necessario, per me è importante e, allo stesso tempo, mi rende consapevole della grande responsabilità verso i più piccoli in un’età in cui si ha bisogno di un punto di riferimento.“
Lei nasce come prodotto del vivaio del Napoli, avendo compiuto tutta la trafila nelle Giovanili azzurre fino ad esordire con la maglia della prima squadra. Che emozione dà completare questo percorso?
“Si sono entrato a dodici anni nel Settore Giovanile del Napoli e ci sono rimasto fino al 93′ quando ho esordito con mister Ranieri, per poi essere ceduto al Palermo. Erano gli anni d’oro, in cui noi passavamo davanti agli “Dei del calcio” da Maradona a Careca, così quella borsa sulle nostre spalle pesava davvero tanto. Per noi era un orgoglio andare in giro senza mai riposarci, con un solo obiettivo nella testa, vale a dire dedicare tutto sè stesso non per fare il calciatore, ma per giocare a calcio. Oggi si ritiene che fare il calciatore sia semplice, in realtà i numeri dicono che solo uno su ottantamila riesce nell’intento di diventare professionista e mi sono sempre chiesto se gli altri settantanovemila saranno in grado di elaborare il “lutto” di dover fare altro nella vita? Il mio auspicio è che le famiglie facciano avvicinare i ragazzini al calcio con un solo scopo, quello di strapparli dalla strada.”
Una domanda che facciamo a tutti gli “addetti ai lavori” che operano in Campania è in merito al lavoro di Gianluca Grava alla guida del Settore Giovanile del Napoli. Che idea si è fatto dall’esterno?
“Guarda non sono una persona che risponde senza sapere le cose, di Gianluca potrei parlarti più come calciatore perchè ho avuto modo di seguirlo. Da quello che vedo e leggo mi sembra che stia lavorando con grande dedizione e serietà, purtroppo le difficoltà sono notevoli nell’ambiente Napoli, però sicuramente lui sta cercando di darsi molto da fare. Certo io sono appena rientrato in questo mondo, non conosco bene ancora molti meccanismi e per me non è facile giudicare.“
Apriamo una pagina “amarcord”. Dal 2004 al 2006 lei è stato una colonna della Reggina di un certo Walter Mazzarri, personaggio non da tutti amato ma che tanto bene ha fatto a Napoli. Com’è lavorare con lui e cosa si sente di dirgli in vista della nuova avventura in Inghilterra?
“Io mi sono trovato molto bene con Walter, encomiabile è stato il primo anno insieme in quanto si è creato sin da subito un ottimo rapporto e abbiamo vissuto una grandissima stagione. Nel secondo anno c’è stata qualche difficoltà di troppo, però col buon senso, con maturità e intelligenza siamo riusciti a gestire la situazione e ho apprezzato molto il suo modo di agire nei momenti più complicati. Gli faccio un grosso in bocca al lupo per la nuova stagione e l’ avventura in un paese straniero con una cultura totalmente diversa dalla nostra, vederlo riscendere in campo dopo un periodo di pausa forzata è una cosa bella e piacevole.”
Marco Lepore