ESCLUSIVA – Intervista all’allenatore del Parma Femminile Under 19

parma femminile under 19

La Redazione di ForzAzzurri.net ha avuto il piacere di conoscere Francesco Bennardo, allenatore del Parma Femminile Under 19.

Francesco Bernardo, allenatore del Parma Femminile Under 19, si è raccontato ai microfoni di ForzAzzurri.net, parlando del suo percorso professionale e dei suoi obiettivi futuri.

Di seguito le sue parole:

Qual è la sua storia, a livello sportivo, e cosa l’ha portata a intraprendere la carriera da allenatore?

“Inizialmente giocavo a calcio tra Eccellenza e Serie D, nel 2004 mi sono trasferito al nord continuando a giocare a calcio. Poi nel 2015 finisce la mia carriera con il calcio giocato perché mi rompo il crociato. Decido di smettere di giocare e dedicarmi al settore giovanile perché volevo dare ai miei figli un qualcosa che a me non avevano insegnato e non vedevo insegnare nelle scuole calcio. Nel mio percorso calcistico ho conosciuto buoni allenatori, ma anche alcuni che non ti insegnavano nulla. Volevo dare dei principi ai miei figli ed ho cercato di trovare istruttori e maestri che mi davano quello che cercavo io. La curiosità mi ha spinto a trovare tante metodologie, sono stato con Società affiliate ad Empoli, Bologna, Sassuolo e Modena. Sono andato a vedere la metodologia a Roma, a Torino con la Juventus e mi sono fatto la mia idea. Ho fatto dunque la gavetta nel settore giovanile, poi son diventato responsabile di una Società fino a due anni fa.” 

In che modo poi è arrivato nello staff dell’Under 19 del Parma Calcio Femminile?

“Ho avuto la chiamata di una docente FIGC, attuale allenatore del Parma Primavera Nazionale. MI chiama per andare a fare un’esperienza in Serie D, al Cittadella di Padova. Lì sono entrato nel settore femminile ma ero un po’ titubante: sono entrato in punta di piedi perché non conoscevo quel mondo. In quel periodo la squadra aveva 4 punti e lottava per l’obiettivo della salvezza. A fine anno oltre a salvarci riusciamo ad arrivare quinti. L’anno dopo poi ci chiama il Parma. L’anno scorso abbiamo vinto il campionato portando il Parma in Serie C. Ci danno quindi la Primavera Nazionale, creata dal direttore tra giugno ed agosto. Ci hanno dato degli obiettivi che stiamo cercando di portare a termine con passione e dedizione.”

Contando sulla sua esperienza, ci può dire le affinità e le differenze che nota tra una squadra maschile e una femminile?

“Si parla di due situazioni certamente diverse. Parliamo di differenze per quanto riguarda la struttura fisica ed anche approcci diversi all’allenamento. La donna deve passare sempre dalla prevenzione perché i rischi di infortunio sono più alti: è comunque più fragile ed ha un altro tipo di forza. La donna è predisposta ad esempio a rotture di crociato per tale ragione le ragazze ogni mese hanno una scheda ben precisa da seguire con l’obiettivo di essere controllate al meglio. Grazie a questa scheda riusciamo anche a vedere il loro stato fisico e le loro sensazioni verso l’allenamento; da lì attuiamo soluzioni specifiche. C’è poi una diversità tecnica: le donne non hanno avuto una gran base di insegnamento all’interno del settore giovanile. Io ho anche un maestro di tecnica e quasi durante ogni seduta c’è questo percorso di 20-30 minuti in cui si cerca di riprendere quello che hanno perso negli anni nelle scuole calcio. La maggior parte dei loro insegnanti passati hanno pensato a vincere piuttosto che formare. Questo è un messaggio che mando da anni anche ad allenatori di squadre maschili: si pensa spesso che si arriva in prima squadra solo se si vince e non si cerca di rendere il ragazzo migliore negli anni. Manca il coraggio di perdere qualche partita ma magari di formare un po’ di più.”

Cosa si augura per il suo futuro e cosa augura alla squadra che sta allenando adesso?

“Guardo innanzitutto il presente, che mi dice di portare a termine questi obiettivi finali di stagione. Marzo per noi è un mese importante, poi se il futuro mi riserva qualcosa per cui ritengo valga la pena la colgo volentieri. Se capita una buona occasione in cui posso cercare di fare un certo percorso ci penserò. Cercherò di capire qual è la cosa migliore per me ma questo lo farò a fine anno quando si fermerà un po’ tutto. Lì ragionerò su Francesco cosa vuol fare. Per adesso mi concentro sul Parma e penso a portare a termine gli obiettivi come ogni anno. Devo dire che quest’anno è stato molto difficile perché il 30% delle ragazze era di categoria mentre il restante 60% doveva essere portata in categoria in quanto non erano pronte. C’è stato un gran lavoro dietro per far capire la filosofia, i vantaggi che ti può dare un determinato percorso. Magari perdi qualche punto ma stiamo parlando di un Under 19 in cui l’obiettivo principale è mandare la ragazza in prima squadra. Anche quest’ultima sta attualmente lottando per restare in Serie A e noi siamo riusciti a dare della ragazze in prima squadra. Quest’anno è stato un po’ particolare anche sotto il punto di vista degli infortuni: ne abbiamo avuti sette tra crociato, spalla, menisco, pubalgia. E le giocatrici facevano parte di quel 30%. Io sono però fiducioso e possiamo dire la nostra fino all’ultima giornata.”

Cosa sente di dover rispondere a Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, che ha dichiarato in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport: “In futuro vorrei fare l’allenatore. Ma oggi pare quasi una moda, il patentino lo prende anche un idraulico. E va bene, è giusto che tutti abbiano questo sogno. Ma con un limite, si dia la priorità a chi ha giocato.”?

“Io ho avuto la fortuna di conoscere tanti professionisti: lui è un ottimo difensore, credo che farà una grandissima carriera di allenatore e glielo auguro ma non deve essere come dice lui. Se ci guardiamo intorno neanche Sacchi ha mai giocato a calcio, così come Sarri, anche loro fanno parte della categoria di “idraulici”. Io entro nel settore giovanile con la promessa e la probabilità che ogni anno davano la possibilità di entrare a far parte del UEFA A. Anche questa è stata una motivazione per me importante, perché se vuoi migliorare devi cercare comunque di formarti sempre di più. Il settore maschile non ti dava questa opportunità, te la dovevi andare a cercare. Il mio sogno, così come quello di tanti allenatori è fare il corso UEFA A, ma quando senti queste parole qui ti viene voglia di andare all’estero, dove ci sono allenatori giovani che allenano grandi squadre ed hanno già una formazione completa. Mi guardo intorno ed in Italia questa opportunità non c’è: siamo indietro su questo ragionamento, è un mondo molto difficile dove la meritocrazia è solo al 30-40%. Anche se ci focalizziamo sulle prime squadre, in campo ed in panchina non si conta tanto sui giovani, ne sui giocatori italiani. La Serie A attuale ci fa capire che il coraggio di puntare sui giovani è pari a zero. Se ad esempio guardiamo le infrastrutture in Italia capiamo che è difficile creare un giocatore che un domani varrà 30 o 40 milioni di euro. Se invece diamo uno sguardo all’estero ci sono ad esempio Arsenal, Ajax e Strasburgo che hanno strutture totalmente differenti. In Italia c’è il Bologna che ha un centro sportivo che fa invidia a tante Società italiane, poi ci sono Juventus ed Atalanta che hanno un buon settore giovanile. Anche il Parma ha una gran bella struttura. Parlando di azzurri io vorrei che anche la mia città avesse un bel settore giovanile da vedere in prima squadra, ne vorrei vedere almeno sei o sette della nostra cantera.”

Maria Marinelli

Fonte foto: Facebook, Parma Calcio 1913

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