Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha rilasciato un’intervista in esclusiva alla redazione spagnola di AS, sullo sfondo la Superlega.
Infantino porta avanti il concetto di mediazione tra la UEFA ed i club promotori della Superlega:
“Sono il presidente della FIFA e la mia responsabilità è difendere tutto il calcio. Ciò include club, leghe e federazioni di tutto il mondo, siano esse piccole, medie o grandi, con diversi livelli di sviluppo. Comprende anche i giocatori, gli allenatori, gli arbitri e tutte le parti coinvolte, tenendo sempre presente i tifosi che sono e dovrebbero essere al centro di tutto ciò che facciamo. Sono stato molto chiaro sulla mia posizione e su quella della FIFA su questo argomento. Sosteniamo la UEFA nel suo rifiuto della SuperLega. Siamo contrari e ci opporremo sempre a qualsiasi competizione che non faccia parte della struttura internazionale del calcio e che minacci l’unità e la solidarietà che dovrebbero sempre esistere nella piramide del calcio, che lega il nostro movimento di base e quello amatoriale con i grandi protagonisti di questo sport. Detto questo, è anche mio obbligo mediare tra le parti in modo che inizi un dialogo profondo e costruttivo alla ricerca di soluzioni positive. Con l’obiettivo di affrontare insieme i problemi del calcio.
Voglio essere molto chiaro: sia la FIFA che il sottoscritto sosteniamo personalmente la UEFA e il suo presidente nella loro posizione contro la SuperLega. Penso che dobbiamo riflettere attentamente sui prossimi passi, perché si tratta di una questione complessa che va oltre una semplice competizione. Riguarda l’ecosistema del calcio. Per quanto riguarda le sanzioni, ci sono organi competenti e indipendenti che analizzeranno cosa si può e si deve fare al riguardo, quindi non è mio compito parlarne. Ovviamente, ciò non significa che escluda l’applicazione di sanzioni a livello nazionale, continentale o globale. L’ho detto una volta e lo ripeto ora con chiarezza: o i club vogliono far parte delle strutture del calcio o dovranno affrontarne le conseguenze. È ovvio e sono sicuro che lo sappiano. A proposito, visto che ne stiamo parlando, Permettetemi di chiarire che quando ho detto che un leader dovrebbe pensare al motivo per cui siamo dove siamo, non mi riferivo al presidente UEFA. Era un invito a tutti gli amministratori del calcio a riunirsi per riflettere sul contesto in cui viviamo. Vorrei riunire tutte le parti e poter avere un dialogo costruttivo e trovare così soluzioni migliori per tutti. Una soluzione pacifica è sempre meglio di un conflitto. Ripeto, questo va ben oltre una semplice competizione. Ha un impatto globale, poiché, ad esempio, ci sono molti giocatori da tutto il mondo che giocano per questi club e la FIFA deve proteggere il calcio dalle squadre nazionali di tutto il mondo. In ogni caso, credo che tutti possiamo esprimere la nostra opinione, non solo pochi, nel modo più efficace e migliore possibile. Molti sono disposti a stabilire un dialogo e, naturalmente, le porte della FIFA sono sempre aperte a chiunque partecipi al calcio. Ma una cosa deve essere chiara, non accetteremo proposte che contraddicono i valori del nostro gioco, come il merito sportivo, la solidarietà, l’integrità e l’equo accesso alle competizioni”.
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