In questo calcio la favola non esiste. Ci avete rubato anche i sogni!

Il calcio è lo specchio del nostro paese: tutto è fermo, tutto è uguale, non cambia mai nulla!

Inter-Juventus, una semplice partita di calcio, è bastata a darmi la brutale conferma del fatto che la favola non esista. In questo baraccone chiamato “calcio”  è  infatti vietato sognare, tutto deve essere lineare, grigio e deprimente.

Ieri sera, dopo l’ennesimo insulto perpetrato ai danni dell’intelligenza degli amanti di questo sport, mi sono quasi commosso vedendo milioni di persone indossare i panni da “Masaniello” ergendosi a paladini della giustizia….calcistica. E non mi riferisco solo ai tifosi del Napoli, ma ai quattro/quinti dei supporters dell’Italia pallonara. I social stavano impazzendo e le chat di whatsapp sembravano vulcani che continuavano a vomitare capi di accusa nei confronti di “corrotti e corruttori” (un modo di dire, nda). Tutti leoni per una sera… tranne i veri danneggiati! C’è stato qualche piccolo accenno di polemica, per carità, ma è subito stato spento dai toni autoritari del padrone. Siamo in Italia, come dicevo, e quando si tratta di fare la voce grossa sul serio si assiste al solito “fuggifuggi” generale.

Ci sono un po’ di cose, però, che non mi tornano…

Quello che non capisco è come coloro che dovrebbero veicolare le informazioni riescano a rimanere impassibili e a “glissare” di fronte a certi episodi sgradevoli che  da anni si susseguono con una regolarità quasi scientifica.

E le società? Come mai queste ultime, che dovrebbero essere le parti lese (o presunte tali), non fanno mai sentire la loro voce come facevano i vecchi Anconetani, Sibilia o Rozzi? Alla fine non succedeva mai nulla di eclatante, ma almeno questi signori davano un segno tangibile e colorito della loro esistenza nel mondo del calcio.

La domanda che mi pongo da diverso tempo però è la seguente: perché radio, televisioni e, a questo punto, tutte le parti  coinvolte temono così tanto il “sistema” da non voler nemmeno accennare a una polemica di fronte a un torto palese? Ma alla fine vuoi vedere che fa comodo a tutti far finta di non vedere e gli unici che se la prendono in “quel posto” sono i poveri tifosi? Cornuti, mazziati e pure “tassati” per colpa di una passione! Una passione chiamata calcio e che, nel mio caso, risponde al nome di Napoli! E focalizzando l’attenzione sulla mia squadra vorremmo forse negare che i fatti accaduti ieri in Inter-Juventus non abbiano condizionato le menti dei nostri ragazzi? Non prendiamoci in giro, per favore, hanno condizionato noi che dobbiamo seguire le partite da un divano o una poltrona, vuoi che non abbiano minato la serenità di quelli che devono combattere la battaglia in campo?!?

Certi avvenimenti inevitabilmente ti spezzano le gambe e ti portano al totale disincanto. Alla fine non ci credi più e pensi che qualunque sforzo tu possa fare non sarà mai utile, solo perché indossi la maglietta del colore sbagliato. Puoi vincere una battaglia bellissima come quella di domenica scorsa, ma alla fine hai la consapevolezza che la guerra la perderai sempre! 

Che esempio stiamo dando ai nostri giovani? 

Purtroppo, certe cose che sembrano essere diventate normali anche nella vita di tutti i giorni, senza accorgercene, ci stanno togliendo il sorriso. L’accettazione silente e passiva di queste storture ci sta privando anche dei sogni e, forse, più in generale, della concreta volontà di contribuire a fare grande il nostro paese!

#IoNonCiSto

Dario Catapano

Dario Catapano

Laureato in giurisprudenza e giornalista dal Febbraio 2014. Nelle cose che faccio ci metto il cuore...e la faccia! Facebook: https://www.facebook.com/dario.catapano1 Twitter: @DarioCatapano

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