Koulibaly al Chelsea, il Napoli si assuma le sue responsabilità

Koulibaly

Koulibaly al Chelsea come Cavani a Parigi e Higuain alla Juve, Giuntoli e De Laurentiis sotto accusa

Koulibaly al Chelsea è l’ultimo atto di un film già visto. Come per tutti i big della storia recente del Napoli, anche per Kalidou si tenta la carta della scelta del calciatore.

Il copione è sempre lo stesso. Ci sarebbe da suggerire ad Aurelio di cambiare gli sceneggiatori della “Filmauro”, in pesante perdita, con quelli che scrivono le narrazioni del Napoli.

In principio fu Lavezzi, ma lì il “Pocho” voleva uno stipendio troppo alto e sulla sua professionalità ci sarebbe qualcosa da ridire. Poi, Cavani e vabbè il Psg ha i soldi e ha pagato la clausola prendetevela con il ragazzo che va a Parigi a fare il galoppino di Ibrahimovic.

Higuain “core n’grato” è scappato di notte e che ce ne importa di quel “chiattone”, ma non gli date retta quali rinforzi e rinforzi, lui è un mercenario che segue la scia del vile denaro. Insigne ha preferito il gelo del Canada al calore della sua città, quel “cafone” di Fratta. E Mertens? Ama Napoli o ha chiamato il figlio Ciro solo per fare una sceneggiata?

Koulibaly è solo l’ultimo della lista dei “traditori” a cui attribuire interamente le responsabilità di un addio che ormai era scontato. L’illusione di un lieto fine è durata poche ore, giusto il tempo di capire che dietro le parole della società si nascondeva l’evidenza di una cessione già concordata.

Ecco, ci sarebbe tanto da dire sulle parole di Giuntoli e sulle cifre che ha sbandierato ai quattro venti o sulla fermezza dimostrata dal direttore azzurro nel ribadire la volontà della Società di non cedere a lusinghe per il Capitano del Napoli. Tutti discorsi che sono andati a farsi benedire in men che non si dica.

Non può un club con un bacino d’utenza come il Napoli continuare ad avere un rapporto del genere con i suoi tifosi. Spesso ci si nasconde dietro la “scissione” del tifo tra pro e contro ADL accusando i tifosi stessi di essere così ossessionati dal presidente da rinnegare la maglia che amano. La realtà però è che è il Napoli stesso a dividere la gente.

Per l’ennesima volta De Laurentiis e soci se ne sono lavati le mani, costringendo il popolo azzurro a decidere se credere nella “fedeltà” di Koulibaly (come quella di Mertens, Insigne, Hamsik ecc.) o dare ascolto a ciò che sostiene la società, talvolta facendo un vero e proprio atto di fede, date le evidenze.

Non ci si stupisca dello stadio pieno in Serie C e del “Maradona” vuoto in Champions League, perché come piace ricordare ad Aurelio, “ca’ nisciun è fess”, o almeno non tutti.

Mario Porcaro