Parma, D’Aversa: “Napoli partita dura, dobbiamo andare in campo al 100%. Niente è impossibile”

Il tecnico del Parma Roberto D’Aversa ha parlato in conferenza stampa

Il tecnico del Parma Roberto D’Aversa ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Napoli. Ecco quanto riportato da Tmw

Parma, D’Aversa: “Nella lista dei convocati dobbiamo valutare le condizioni di Iacoponi, per il resto sono tutti a disposizione. A che punto siamo? Per far sì che siamo al 100% manca ancora un qualcosina, un risultato pieno. Se si va nello specifico, laddove qualcuno ha giocato pur senza allenamento ci vorrà tempo perché la condizione sia ottimale. Dobbiamo cercare di velocizzare, abbiamo fatto un punto in tre partite, dobbiamo lavorare per farci togliere soddisfazioni e lavorare affinché accada per ottenere il nostro obiettivo”.

Man risponde alle caratteristiche che chiedeva?
“Un giocatore con quelle caratteristiche non ne avevamo. Valutazioni non posso farne, si è allenato solo stamani e quanto possa essere pronto ce lo dirà il tempo. Si è fatto un investimento importante ma viene da un campionato rumeno, con tutto il rispetto. Dobbiamo valutare le difficoltà del campionato italiano, dargli tempo per crescere. Starà a lui dimostrare se è pronto. Non è corretto dargli responsabilità, ragioniamo sui giocatori bravi o non bravi. Non si discute la politica, quando si prendono giovani gli va dato tempo ed è normale”.

Come si dà la sterzata?
“E’ normale che a livello mentale viene meno qualcosa. Contro la Sampdoria abbiamo visto a video le situazioni create e subite, la differenza sta nella determinazione che alla fine ti porta a fare un risultato positivo o meno. L’autostima non è al massimo, dobbiamo uscire dalla situazione, la maggior parte dei giocatori sono gli stessi. Dobbiamo resettare perché le negatività puoi portartele in campo, dobbiamo fare le cose positive per uscirne. Domani si incontra una squadra forte, che dieci giorni fa ha dato 6 gol alla Fiorentina. Ragioniamo su questo, le partite proibitive sul campo possono dire il contrario. Non mi interessano le difficoltà, dobbiamo andare in campo al 100%. Se il Napoli non andrà in campo al massimo perché non fare risultato? Sulla carta non esiste nulla, nel calcio niente è impossibile”.

Come cambia la gestione mentale?
“Non bisogna ragionare sul passato ma sulla nostra posizione di classifica che in questo momento ci vede retrocessi. Dobbiamo fare le cose senza assilli, ci sono difficoltà e se non affrontiamo le partite con “serenità”, non possiamo permetterci di compromettere le partite andando in campo con il pensiero di non sbagliare. Non dobbiamo ripetere gli errori, se analizziamo la partita con la Samp, nel primo tempo abbiamo avuto tre palle gol e non abbiamo segnato e abbiamo preso due gol per cose concesse da noi”.

Al netto delle operazioni fatte, nella sua idea quando pensa di poter mettere in campo il suo Parma?
“E’ chiaro che alla vigilia di una partita importante non parli di mercato, dal momento in cui sono arrivato si sapeva la programmazione, con il mix di giovani ed esperti. Il discorso mercato va fatto con la proprietà, io alleno chi ho a disposizione. Spesso si possono avere preferenze su caratteristiche e a volte ne possono arrivare altri. Io devo mettere in campo i giocatori nella condizione migliore in cui possano rendere meglio. Ad oggi ragiono su chi ho a disposizione. Ragiono su Inglese, non sta segnando perché non lo ho a disposizione, non perché fa troppa fase difensiva”.

Che Napoli si aspetta?
“Se Gattuso sia sulla graticola o meno non lo commento e non lo so. So che è in una ottima posizione in classifica, a livello europeo sta facendo bene. Ha perso una Supercoppa per episodi. Tatticamente ha ripassato un sistema che gli ha sempre dato garanzie, sia in fase difensiva che in quella offensiva  e noi non possiamo permetterci di pensare di avere una squadra in difficoltà davanti. Noi oggi dobbiamo partire con la consapevolezza che sarà una partita dura, altrimenti si rischiano brutte figure. Hanno dimostrato giovedì nelle difficoltà di aver dato 4 gol allo Spezia. Non abbiamo dubbi sul valore della squadra”.

Nel suo modo di giocare gli attaccanti non sono solo finalizzatori ma anche rifinitori: in un momento in cui si fa fatica a riempire l’area, chiedere un lavoro diverso alle punte è snaturarle?
“Non dobbiamo fare questi errori e pensare che se un attaccante partecipa di più alla fase offensiva o se partecipa di più in costruzione può essere meno prolifico. Zero assoluto. Con la Sampdoria le occasioni da gol le abbiamo create. Cornelius l’anno scorso ha segnato 14 gol a prescindere da come interpretava le partite. Sgombriamo ogni dubbio, altrimenti ritorniamo all’anno della B dove si ragionava sul sistema di gioco. Alibi non ne vogliamo. Qui ci sono le due fasi e non solo a Parma, perché il calcio, le grandi squadre dimostrano che gli attaccanti devono partecipare in entrambe le fasi. Le problematiche ci possono essere anche perché prendiamo troppi gol, quindi decade il tutto. Ci sono le due fasi, questo non significa che non arrivino i palloni. Contro la Sampdoria abbiamo preso una traversa, un palo e un salvataggio sulla linea. Sul palo, probabilmente, Cornelius invece che fermarsi, se avesse ragionato in maniera positiva come ha fatto negli anni passati e pensasse che poteva andare sul palo e lui sarebbe andato sulla respinta, questi discorsi non venivano fuori”.

Cyprien lo vede più come play o come mezzala?
“Cyprien per me può ricoprire il ruolo dei due mediani dove costruiamo a due, o nel centrocampo a tre è un play. Cyprien lo conoscevo, lo seguivamo negli anni passati, ed è chiaro che aveva difficoltà fisiche e in questo momento, pur se magari può partire dall’inizio, e non ho ancora deciso, quando sono arrivato aveva difficoltà fisiche e dobbiamo essere bravi a portarlo in condizione di farlo giocare dall’inizio. Una cosa fondamentale è che non si può pensare di portare un giocatore al 100% facendolo giocare, bisogna programmare affinché esso giochi dall’inizio. Questo è un discorso generico, oggi Cyprien l”ho visto molto bene”.

 

D'Aversa

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