Serie A – La sovranità della massima serie messa in crisi da un fondo

Serie A

La serie A necessità di liquidità e si parla di operazione Project Goal. Un fondo internazionale pronto a mettere sul piatto 1,7 miliardi di euro. 

Una Serie A da salvare. Sono mesi che si parla della disastrosa situazione economica-finanziaria in cui navigano i diversi settori a seguito della crisi epidemiologica, ma allo stesso tempo è interessante analizzare i progetti, programmi e fondi d’investimento che possano evitare il default. Di questo avviso è anche il calcio, in particolare quello italiano, che cerca di trovare diverse soluzioni per portare un po’ di liquidità nelle casse. L’ultima idea, presentata dal Fatto Quotidiano, viene definita come operazione “Project Goal” di cui ci siamo posti dei quesiti:

Chi investe?

Con l’operazione del Project Goal, la massima serie del campionato italiano è pronta ad immettere soldi da un fondo internazionale che mette sul piatto 1,7 miliardi di euro. La proprietà di tale capitale è divisa tra società che hanno vari sedi in giro per il mondo, dal Lussemburgo agli Stati Uniti per passare alle Cayman e vengono identificati in una sola cordata Cvc, Advent e FSI. La Cvc Capital Partner (stando a Calcio e Finanza) è una società britannica specializzata nel “private equity”, che consiste nel finanziare una società non quotata in borsa e poi disinvestire, presenta un patrimonio di all’incirca 135 miliardi di euro e una esperienza nel mondo dello sport con la Formula 1 e il Sei Nazioni. La terza società del capitale, la FSI (Fondo Strategico Italiano) rappresenta l’unica fetta italiana di tale “torta”, mentre la Advent International ha origini americane. 

Cosa prevede?

L’accordo tra Serie A e il fondo ha un prezzo alto da pagare e riguarda la sovranità della massima serie. Tutto questo diventa possibile solo attraverso la creazione di una “Media Company”, all’interno della quale confluiscono la commercializzazione dei diritti tv, la gestione dei contratti in ambito commerciale, marketing e merchandising. La creazione di tale struttura prevede un Cda con 13 membri di cui 7 spettano alla Lega, ma l’amministratore delegato viene scelto dal fondo (la Lega può porre il veto una volta). Per la distribuzione delle risorse tale operazione vuole lanciare dalla stagione 2021/22 il primo canale della Lega, che permetterà di aprire scenari interessanti per i diritti televisivi.

Ci sono clausole? 

Al fine di poter arrivare alla buona conclusione dell’accordo, è stata inserita una clausola importante in tema di “Superlega”. Il progetto della Superlega Europea rappresenta un’idea lanciata dalla Fifa per creare un’unica manifestazione europea, accantonando Champions ed Europa League, e viene composta da 18 squadre (le migliori) che si sfideranno parallelamente ai rispettivi campionati. Tra le squadre interessate a tale progetto ci sono anche club italiani come Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma. Il fondo ha voluto tutelarsi con la preoccupazione che il cambiamento del format calcistico possa influire sulla svalutazione dei diritti tv.  

I club di Serie A sono favorevoli?

Il 4 febbraio doveva essere il giorno in cui si sarebbe votato per decidere il futuro della Serie A, ma i presidenti hanno voluto rinviare la questione a lunedì (almeno si spera). De Laurentiis e Lotito si sono, da subito, dichiarati contrari a tale cambiamento per il fatto che i conti del Napoli e della Lazio sono quelli più in linea nel panorama calcistico italiano. Il presidente della Lega ha voluto commentare l’assemblea in questi termini “Il rinvio non è assolutamente una sconfitta, serve molta lucidità e freddezza, questa è una decisione che deve essere presa con un consenso unanime”.

In questo momento economico difficile è giusto che si cerchi una soluzione, ma è giusto perdere una propria autonomia e sovranità per 1,7 miliardi di euro?

Francesco Abate