Settori giovanili italiani: tra il successo del passato e la crisi del presente

settori giovanili italiani

I settori giovanili italiani: in passato erano la culla di numerosi giocatori di talento, adesso sono i protagonisti di una vera e propria crisi economica.

Il calcio è considerato lo sport più seguito in Italia: sedersi davanti la televisione e guardare la propria squadra del cuore non è solo un piacere, ma un rituale irrinunciabile. Eppure esiste un ambiente appartenente a questo contesto che nei periodi più recenti sta attraversando una pesante crisi economica. Parliamo dei settori giovanili italiani, che nel passato hanno raggiunto il loro massimo periodo di gloria, ma attualmente la situazione è totalmente cambiata.

I settori giovanili italiani nel passato

Il ruolo dei settori giovanili viene spesso sottovalutato: essi non rappresentano solo un divertimento per i ragazzini che si approcciano al gioco del calcio, bensì un’esperienza formativa. Dai 15 fino ai 18 anni si impara a giocare a pallone tecnicamente e tatticamente, ma soprattutto si apprendono i valori di lealtà e rispetto verso compagni ed avversari. Con il tempo si ha la possibilità di crescere e di approdare in ambienti più importanti fino ad arrivare in prima squadra.

L’obiettivo di questi vivai di giovani ragazzi è dunque chiaro: far crescere professionalmente e personalmente coloro che vogliono intraprendere una carriera calcistica. Quasi tutte le squadre di calcio hanno un settore giovanile e parlando dell’Italia essi hanno svolto un ruolo fondamentale fino agli anni 2000. Numerosi sono stati i talenti venuti alla luce e cresciuti in questo contesto. Basta prendere come esempio la cantera del Napoli che per dieci anni, dal 1984 al 1994, ha avuto tra le sue file Ciro Ferrara. Non solo: un altro talento venuto fuori da lì è Fabio Cannavaro: il Capitano della Nazionale italiana campione del Mondo nel 2006 è cresciuto in quell’ambiente tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90.

Ma i vivai giovanili calcistici che nel passato hanno conosciuto il successo non sono solo quelli dei grandi club. Un esempio non indifferente è quello della Ternana, che negli anni 70 ha creato tanti dei migliori talenti del calcio italiano. Bastano due esempi per comprendere il valore della squadra: il campione del mondo Franco Selvaggi e l’attuale allenatore del Crotone Serse Cosmi. Insomma, erano gli anni d’oro per quanto riguarda il calcio dei giovani: bastava avere la voglia di affermarsi per ritrovarsi in realtà importanti.

I settori giovanili in Italia oggi

Fino agli anni 2000 il destino dei settori giovanili in Italia era molto positivo. Purtroppo con il passare del tempo la situazione non è rimasta invariata. Negli ultimi anni il CIES ha pubblicato le statistiche relative proprio alle squadre che contribuiscono di più alla  formazione di talenti. Purtroppo nessuna squadra italiana compare nella prime venti posizioni.

Il motivo principale di questa crisi ha a che fare con la mancanza di strutture adeguate per favorire la formazione dei ragazzi. Inoltre esiste anche il problema dell’istruttore: spesso è richiesto qualcuno di altamente qualificato, ma al contempo si offrono compensi minimi. Ecco perché capita spesso che molti istruttori professionisti abbandonano questi progetti. Eppure le cantere ricche di  aspiranti giocatori dovrebbero essere la punta di diamante del nostro sistema calcistico: quel luogo in cui i migliori dovrebbero trovare spazio, emergere e rappresentare la nostra nazione sul campo con orgoglio.

Maria Marinelli

PER LEGGERE TUTTE LE NOTIZIE SUL NAPOLI CLICCA QUI

Pirlo, esperienza da allenatore inesistente, per vincere non basta un sagomato

FOTO – Bari, contestazione shock al San Nicola: “Se non ci credete questa fine farete”

CONTENUTI EXTRA FIRST RADIO WEB

India: il governo suggerisce l’uso delle mascherine anche in casa