Spinazzola: “Siamo una classe di ragazzini in gita, infortunio? Se non mi fanno giocare torno in campo da solo”

Spinazzola-Italia

Il terzino della Roma non vede l’ora di tornare in campo dopo la rottura del tendine d’Achille

Leonardo Spinazzola, ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Il terzino, il cui europeo è finito anzi tempo a causa della rottura del tendine d’Achille durante Italia-Belgio, resterà fuori a lungo, passeranno mesi prima che possa rivedere il campo. Il giocatore ha parlato del suo infortunio e del rapporto con il gruppo della Nazionale.

Queste le sue parole:

Dolore vero, solo la notte dopo l’operazione in Finlandia, per il resto tristezza ma non male. Il crociato è molto, molto peggio. Il crociato ti ferma la vita, il tendine devi solo aspettare che si calcifichi, è come uno strappo. Poi ci lavori sopra, non è un problema meccanico ma di fibre. Tra una settimana tolgo i punti e comincio con un obiettivo al giorno, e se tra 6 mesi non riprendo a giocare vado in campo per forza, da solo, e voglio vedere chi mi acchiappa.

Sapete chi siamo, noi azzurri? Una classe delle medie in gita. Facciamo scherzi scemi, ci prendiamo in giro, ci diamo le botte e mai un battibecco vero in 45 giorni. La Nazionale è la prova di quello che può combinare un gruppo di persone solari, di amici veri che chiedono solo di divertirsi e volersi bene. Mai visto una squadra più tranquilla. Il sabato sera abbiamo cenato al centro sportivo del Tottenham, poi siamo usciti in una specie di giardinetto, ci siamo distesi sulle sdraio e abbiamo cominciato a raccontarci cose. Il più forte di tutti è Sirigu che si è messo a dirci di mondiali ed europei, lui è un burlone vero, alle 6 di mattina. Noi si torna in albergo e lui si mette a ballare, taglia le maglie con le forbici, scrive i bigliettini per motivarci. Mitico.

Mancini? Impagabile nel tenere sempre il tono giusto, quando parla e quando sta zitto. La tranquillità del gruppo dipende da lui e dal suo staff, Daniele, Faustino, Attilio, Lele, Luca, tutti ex giocatori che non hanno smesso di esserlo nel loro cuore, e da compagni di squadra si comportano. Compagni e compagnoni. Vialli? Lui è l’anima saggia. Se vuoi il consiglio giusto, devi rivolgerti sempre a Luca. Un uomo grandissimo”.

Chiellini? All’inizio ha preso da parte i più giovani e ha detto: “Il primo grande torneo pesa, gli altri invece ve li godrete”. E Giorgio si è goduto tutto. Io l’ho osservato bene, ogni piccolo gesto dimostrava quanto fosse felice. Per lui sono state sette amichevoli anzi sei, combattute però come un drago. La dedica a Davide Astori ci ha fatto piangere”

 

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