Italiano: “Napoli? Gli attestati di stima fanno sempre piacere, questo lavoro lo si fa anche per ambizione”

Italiano Spezia

Il tecnico dello Spezia rompe il silenzio sull’interesse del Napoli nei suoi confronti

Lo Spezia, reduce da una grande vittoria contro il Milan, si è riconfermato essere una delle più grandi rivelazioni del campionato, insieme alla squadra ne è sicuramente uno degli artefici principali  Vincenzo Italiano, tecnico della squadra ligure che sta ricevendo tanti attestati di stima da diverse società di Serie A. L’allenatore ha rilasciato un’intervista a Tuttosport nella quale ha parlato anche dell’interesse del Napoli nei suoi confronti.

Queste le sue parole:

“Non ho un procuratore. Ma è logico che quando si stilano i contratti sia necessaria la competenza di qualcuno esperto, di un avvocatori fiducia. Io al Napoli? Quanto al mio futuro professionale, sinceramente non sono ancora stato contattato da nessuno. Ma non nego che gli attestati di stima siano piacevoli e neppure nascondo che questo mestiere lo si fa anche per ambizione. Ma ora io ho in testa solo la salvezza dello Spezia.

Ogni elemento della società sa che dal proprio lavoro dipende un pezzo del successo. Anche il magazziniere, per esempio, sa che non può sbagliare la scelta dei tacchetti perché magari un difensore scivola e prendi gol. Con il ds Mauro Meluso, poi, si è instaurata un’intesa umana forte e sincera. Coinvolgiamo tutti nel lavoro. Ha presente il discorso che fece Guardiola ai dipendenti dopo aver vinto la Premier con il City? Ecco: la filosofia di condivisione è quella. Bisogna capire quando è il momento di coinvolgere il gruppo e quando invece è necessario ‘gestire il singolo’.

Di sicuro, quel che mi preme è far capire ai miei ragazzi che non devono mai commettere l’errore di adagiarsi o di pensare che il loro tempo sia infinito. Quando hai 20 anni ti puoi illudere che sia così, invece la bandiera a scacchi del traguardo arriva prima che tu te ne renda conto e guai se ti porti dietro i rimpianti. Ogni allenamento, ogni istante devono essere sfruttati per migliorarsi e loro temono perfino che gli parli di calcio se li incontro a cena. La verità è che facciamo il mestiere che sognavamo da bambini: è un delitto non sfruttare al massimo il tempo che abbiamo a disposizione. Questo, davvero, voglio inculcare ai miei giocatori: il resto arriva di conseguenza, glielo assicuro”.

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