La crisi del Napoli coinvolge tutti i napoletani che si chiedono: perchè?

Crisi Napoli

Sono ormai sette le partite del Napoli senza vittorie,

La crisi del Napoli è evidente con sei pareggi e cinque sconfitte, ultima delle quali con il Parma in casa e con Gennaro Gattuso sulla panchina in sostituzione di Carlo Ancelotti.

Sembra una stagione segnata per i partenopei, ma è opportuno analizzare fino in fondo ciò che realmente sta accadendo:

i calciatori appaiono disorientati, sbagliano le cose più semplici come può essere uno stop di palla o un appoggio al compagno più vicino, questo significa che nella testa qualcosa non sta funzionando, significa avere paura di sbagliare.

Da dove nascono queste paure? Dalla frenesia di dover ottenere risultati positivi? Dalle minacce del Presidente De Laurentiis alla squadra per multe e diritti di immagine della società da salvaguardare?

Con il Parma è stato anche evidente un momento in cui la squadra ha girato al meglio formalizzando una striscia di azioni da gol che per un non nulla non si sono concretizzate.

Ciò è coinciso con la partecipazione più attiva del pubblico del San Paolo che ha sospinto la squadra nel cercare di offrire il meglio di se.

Il sistema di gioco – il Napoli può attuare il 4-3-3 ma ha bisogno di un play che sappia costruire il gioco, di un interdittore che spezzi il gioco avversario in centrocampo, di una mezzala che sappia costantemente sostenere i suoi compagni di reparto.

Tra gli uomini a disposizione abbiamo Allan e tante mezzali adattabili alla bisogna, nessuno però capace di creare gioco.

Quando Gattuso ha proposto dapprima il 4-4-2 con l’ingresso in campo di Mertens abbiamo segnato e la squadra ha girato meglio. Il peggio si è manifestato di lì a poco quando dal 4-4-2 si è passati al  4-2-4 con la convinzione di poter vincere la partita in quel modo.

E’ bastata una scivolata di Zielinski per aprire il campo agli avversari parmensi che non hanno avuto nessuna difficoltà a battere a rete e realizzare l’1-2.

Mister Gattuso deve quindi prendere per mano la squadra lavorare sopratutto sulla psicologia dei singoli, allontanare le negatività che innervosiscono i suoi ragazzi, trovare un sistema di gioco che a seconda dell’avversario valorizzi i singoli giocatori (e non avere un unico gioco per tutte le situazioni), spronare i suoi a fare meglio, trasmettere un po’ della sua personalità che, da calciatore nel Milan e in Nazionale, lo hanno fatto conoscere al mondo intero.

Così facendo il Napoli tornerà ad essere la favolosa squadra ammirata da tutti negli ultimi anni.

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