Pallone D’Oro a Jorginho, una Finale che vale la leggenda

Pallone d'Oro a Jorginho

Pallone D’Oro a Jorginho, una splendida utopia mai così vicina

Il Pallone d’Oro a Jorginho non è più utopia. Il maestro della Nazionale può fare asso piglia tutto, Champions League, Europeo e Ballon d’Or

<<Ma che musica maestro, hai trovato la via giusta per la celebrità>>, e se anche Trae Young, star Nba, ti celebra dopo un rigore perfetto per mix di tecnica e freddezza, significa che la tua popolarità è arrivata fino ad oltreoceano. Il Pallone D’Oro a Jorginho potrebbe far sorridere chi, anni fa, lo voleva via da Napoli, per lanciare l’estro di Valdifiori, primatista in occasioni da gol create all’epoca dell’Empoli di Sarri. “Giorgio” di strada ne ha fatta, conquistando pian pianino i gradi di maestro del centrocampo. Dai tempi di Xavi, il palcoscenico Europeo non vedeva un regista come lui. Non è un caso che, quando il Napoli decise di privarsene, a contenderselo furono proprio l’ex comandante azzurro e Guardiola, uno che sa cosa significa affidare le chiavi della propria squadra all’estro di un campione.

Noi abbiamo anticipato tutti i discorsi con le nostre pagelle, schierandoci dalla parte di Jorginho, per la conquista di un premio che ad oggi sarebbe più che meritato. Ora tocca a lui, un ultimo gradino per conquistare, anche con la Nazionale l’Europa. Un ultimo passo per raggiungere la leggenda e innalzarsi allo status di mito del calcio

Radio Jorginho, doppio sound per gli Azzurri e per i Blues

Chi non ha pensato che la Spagna sia stata superiore all’Italia in semifinale? Il Tiki-Taka degli uomini di Luis Enrique è stato ossessivo e a tratti devastante, eppure il segreto della grande partita delle “Furie Rosse” non è da ricercare nella fase offensiva ma, in quella difensiva. La sistematica marcatura ad uomo su Jorginho ha privato agli azzurri la principale fonte di gioco, rendendo sterili i nostri attacchi. Basti pensare che le più chiare e nitide occasioni da rete degli avversari, sono nate da nostri errori in fase di costruzione. Non esiste l’Italia di Mancini senza la regia di Jorginho. Stesso identico discorso possiamo farlo per il Chelsea di Tuchel, vincitore dell’ultima edizione di Champions League. Una squadra ricca di talenti che senza il numero 8 della Nazionale, non sarebbe potuto essere così letale da battere il City di Guardiola. Più del dinamismo di Kanté, più delle parate di Mendy, più della fantasia di Mount, il Chelsea vive sulle note scelte da Radio Jorginho.

Sterling, Messi e Lewandowski, gli avversari di Jorginho verso la conquista del Ballon D’or

Sono pochi i rivali verso la conquista del Pallone d’Oro. Il primo è senza dubbio l’avversario di domenica. Jorginho contro Sterling, atto II. Il primo incontro lo ha vinto l’italiano, con l’esterno del City sconfitto ma mai domo, migliore in campo dei suoi. Lo straordinario Europeo dell’inglese non può passare inosservato. Mvp per distacco della sua selezione. Un eventuale vittoria in Finale, farebbe propendere i favori del pronostico, a quel punto giustamente, proprio verso Sterling. Il secondo è Lionel Messi, trascinatore dell’Argentina in Copa America. Il primo successo con la Nazionale del 10 del Barcellona, potrebbe stravolgere tutto, nonostante una stagione ricca di luci ed ombre. Inoltre, le votazioni, che spesso favoriscono il giocatore più popolare, talvolta a discapito di chi realmente meriti il premio, potrebbero risultare decisive. L’ultimo “spauracchio” potrebbe essere Robert Lewandowski, autore del record ogni epoca di gol segnati in una singola stagione di Bundesliga, con 41 marcature. In questo caso, la vittoria del polacco, sarebbe un premio più che per questa annata, per quella passata, quando la sua nomina a miglior giocatore dell’anno, è stata frenata causa Covid-19.

Domenica sarebbe troppo facile per Radio Jorginho, scegliere “We Are the Champions” dei Queen, noi ci auguriamo che il nostro Deejay preferito possa scegliere una canzone di Mika, “We Are Golden”, per festeggiare, tutti insieme il suo Pallone d’Oro e la vittoria degli Europei. Sarebbe bello riprendere un discorso iniziato in Formula 1 da Vettel, dopo una splendida vittoria in quel di Silverstone, nel 2018, dopo aver battuto Hamilton e la Mercedes: “A casa loro”.

 

Mario Porcaro