Spalletti – Un allenatore incapace di tenersi la mosca sotto al naso

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La lite tra Spalletti e Totti ha messo in evidenza il carattere del tecnico toscano. Un uomo giusto per questo Napoli o inciampa negli errori del passato?

Odi et amo. Prendendo il prestito le parole del titolo 85 del poema latino di Catullo si può parlare del rapporto tra Luciano Spalletti e Francesco Totti. Il nuovissimo allenatore del Napoli, ufficialità arrivata dopo una lunga trattativa con De Laurentiis, si è dimostrato in questi anni un uomo dal carattere forte capace di non farsi sfuggire nulla. L’ultima esperienza romana è costata all’allenatore toscano la raffigurazione, nel libro e nella serie su Totti, di un uomo senza cuore e senza riconoscenza per un calciatore che ha scritto la storia di un club. Le ragioni restano ignote, o quanto meno non si conosce la verità, ma Luciano Spalletti nel corso della sua carriera si è sempre dimostrato, dentro o fuori dal campo, un uomo che è incapace di farsi passare la mosca sotto il naso. Per comprendere al meglio il carattere del nuovo tecnico partenopeo, si analizza tale rapporto:

Il primo Spalletti

La prima esperienza con la Roma, iniziata nel 2005, permise a Spalletti di dimostrare la capacità di essere il giusto allenatore della squadra giallorossa e, soprattutto, di Francesco Totti. In quegli anni il tecnico toscano fu bravo a costruire la giusta alchimia con la squadra, tanto da conquistarsi il ruolo di antagonista dell’invincibile Inter, vincendo due Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Totti ha sempre ammirato e omaggiato il rapporto con Spalletti, durante quel periodo, ripagandolo con prestazioni importanti e con tantissimi goal, tanto da conquistare la Scarpa d’Oro nel 2007. L’evento che ha fortificato il rapporto tra “er Pupone” e il nuovo allenatore del Napoli è stato nella fase di recupero dopo il bruttissimo infortunio contro l’Empoli, che aveva messo in dubbio la partecipazione del numero 10 nella spedizione azzurra in Germania. Nella bibliografia e nella serie tv del capitano giallorosso (Spalletti viene interpretato da Gianmarco Tognazzi) si evince l’importanza della figura di Spalletti che lo tiene sempre in considerazione nelle dinamiche dello spogliatoio e aiutandolo nel suo percorso di recupero.

La seconda volta

Del tutto diversa è stata la seconda esperienza giallorossa per Luciano Spalletti, arrivato per sostituire il declinante percorso calcistico di Rudi Garcia. Totti era pronto ad accogliere di nuovo il tecnico che gli aveva dato sostegno nei momenti più bui e dolorosi della sua carriera, ma questa volta la sensazione non era la stessa di allora. Gli intolleranti atteggiamenti poco professionali del capitano della Roma, di cui il tecnico toscano aveva la pancia piena, sono stati le ultime gocce che hanno fatto traboccare un vaso già di per sé straboccante.  Infatti, le ragioni di Spalletti vengono ricondotte sempre agli atteggiamenti che violano un regolamento interno allo spogliatoio giallorosso. Il nuovo tecnico del Napoli si lamentava della leggerezza con cui si affrontava la vigilia della gara, in cui Totti e compagni organizzavano partite di carte fino a tarda notte. Spalletti, durante la seconda esperienza, ha attuato uno sdoganamento della figura del capitano, in quanto non rispettoso del suo ruolo e poco affine con le dinamiche di gioco della squadra. Il punto più basso di questo rapporto è stato raggiunto alla vigilia della partita contro il Palermo in cui Totti doveva giocare dal primo minuto, ma l’intervista al capitano giallorosso che racchiudeva il rapporto con il tecnico ad un semplice “buongiorno e buonasera” ha causato il punto di non ritorno. Dopo un susseguirsi di dichiarazioni, anche da Ilary Blasi che l’aveva definito “piccolo uomo”, Spalletti si è inimicato una piazza giallorossa che si era schierata apertamente verso il figlio di Roma e della Roma e durante il 28 maggio del 2017 ha dimostrato da che parte stare, fischiando pesantemente il tecnico.

Ora tocca a Napoli

La curiosità della maggior parte dei tifosi partenopei è comprendere quale sia l’atteggiamento del nuovo allenatore nei confronti del capitano azzurro Lorenzo Insigne, che in alcuni atteggiamenti sembra assomigliare a Francesco Totti. Sicuramente il tecnico toscano, terzo nell’era di De Laurentiis, non si concentrerà solo sul 24 azzurro, ma avrà nel radar la determinazione degli altri competenti. Tutto sommato Spalletti non è così diverso dal predecessore che ha cacciato dal campo i giocatori svogliati. 

Al di là delle ragioni che possono emergere dalla lite tra Totti e Spalletti. Ci vorrà tempo per comprendere se Spalletti  sia l’uomo giusto per uno spogliatoio incapace di fare fronte alle tensioni per raggiungere grandi obiettivi, ci si augura solo che non si crei un nuovo odi et amo.

Francesco Abate