Classe arbitrale sotto attacco, le polemiche continuano

designazioni serie A

Direttori di gara tra errori e presunzione, la tecnlogia va usata

Ormai sembra essere diventata un’abitudine, ad ogni turno di campionato assistiamo ad errori grossolani oppure episodi che vengono valutati in maniera sempre diversa nonostante siano simili. Il primo ad esplodere con dichiarazioni forti è stato Commisso, che al termine di Juventus-Fiorentina ha letteralmente sollevato un polverone che ha poi dato seguito a numerosi botta e risposta.  A quell’ormai famoso postgara infuocato, sono poi scaturite varie polemiche che hanno “disgustato” il pianeta arbitri, che comunque non ha fatto ammenda degli errori commessi.

L’utilizzo del VAR

L’uso del VAR ormai è diventato discrezionale anche davanti ad episodi evidenti, con i direttori di campo che mal digeriscono le correzioni oppure l’invito a rivedere le immagini e con molta presunzione non cambiano la loro decisione pur di non essere sconfessati. Ormai tra i tifosi il malumore cresce, si era pensato che con l’avvento della tecnologia dubbi e situazioni strane sarebbero finite ma al contrario, forse, sono anche aumentate.

Differenze tra l’Italia e l’estero

Il mezzo tecnologico messo a disposizione degli arbitri italiani e lo stesso utilizzato anche in altri campionati europei e anche nelle massime competizioni continentali, dove addirittura le immagini del VAR vengono fatte vedere sui maxischermi presenti negli stadi in assoluta trasparenza. In Italia invece no, ogni episodio deve essere discusso ed interpretato da ogni arbitro in modo diverso invocando protocolli e regolamenti che onestamente ancora oggi non sono chiari e che tra l’altro cambiano a seconda di alcune strane situazioni. Basta pensare ai fallo di mano, dove ad inizio campionato si era scelta la linea della tolleranza zero (famoso il rigore assurdo di Zielinski a Firenze) per poi cambiare a campionato in corso con scene e falli di mano in area in stile volley. Poi cambia il fuorigioco, che con pochi millimetri non puo essere valutato valido. Insomma un caos totale dove nessuno ci capisce più nulla.

 

L’ultimo turno regala altri problemi

Quello appena trascorso è stato un altro turno pieno di proteste. Per esempio un altro episodio clamoroso è avvenuto a Napoli, dove addirittura un sacrosanto rigore da assegnare per fallo su Milik viene trasformata in simulazione con ammonizione per l’attaccante polacco. L’arbitro Giuia nonostante un lungo colloquio con Abisso che era al VAR, decide di non andare a rivedere l’episodio facendo capire che decideva lui come da suo labiale. Un grave errore non solo tecnico, ma anche di presunzione per il giovane arbitro che poi nel corso della partita commetterà altri errori. A Parma la direzione di gara non è stata da meno. Con D’Aversa che nel dopo partita ha avuto un duro sfogo contro tutto quello che era successo nel corso della gara, dal gol della Lazio con dubbio tocco di mano di Immobile e un rigore molto evidente non assegnato ai ducali. Anche a Verona non è mancato il caos, con un gol annullato per presunto fuorigioco agli scaligeri. In un episodio simile invece,durante il derby Inter-Milan, invece il gol è stato convalidato.

Possibili soluzioni?

Le soluzioni per evitare polemiche e il pensiero di presunti complotti non è poi così difficile, basterebbe dare la possibilità alle squadre di poter richiedere la visione di un episodio al monitor. Oppure rendere pubblica ai tifosi allo stadio i colloqui tra arbitri di campo e var come già succede in altri sport, dando cosi la possibilità a tifosi e addetti ai lavori di capire il perché della decisione presa ed evitare ulteriori dubbi. Ma invece il mondo arbitrale rimane chiuso e in silenzio, con quell’arroganza di non dover dare spiegazioni a nessuno credendo sempre di stare nel giusto nonostante alcune decisioni molto discutibili.

E ora cosa succede? Cambio in vista?

Altre polemiche disgustose oppure ora saranno i tifosi ad essere disgustati? Al momento non si registrano dichiarazioni ufficiali dei diretti interessati che forse non arriveranno mai. Sono lontani i tempi dove si andava in TV nelle prime giornate di serie A pronti a gridare allo scandalo, salvo poi scomparire e non commentare episodi più gravi.

Le elezioni dell’A.I.A sono alle porte, ma ancora non è dato sapere che programmi ci sono. Anche perché è in corso l’ennesimo cambio regolamentare che permetterebbe all’attuale dirigenza di non abbandonare il comando, stravolgendo ancora una volta lo statuto come avvenuto in passato. Non sarebbe forse il caso di cambiare e rifondare tutto il sistema? O in fin dei conti conviene mantenere ben salda la poltrona convinti di aver svolto un gran lavoro?

Staremo a vedere se finalmente si deciderà di cambiare qualcosa, in nome di quella trasparenza sempre annunciata ma che non in realtà non si è mai vista.

Elio Di Napoli

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